https://www.avvenire.it da sinistra Keniatta, Di Maio, Ghribi, Rotelli e l'ambasciatore italiano Alberto Pieri |
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È polemica sulla recente missione del ministro degli Esteri Luigi Di Maio in Kenya, dove ha preso parte alla cerimonia per la posa della prima pietra dell’ospedale neuropsichiatrico New Uhuru International Neuro Psychiatric Hospital, iniziativa del Gruppo San Donato di Milano e della sua controllata GK Investment Holding Group che per la formazione degli operatori locali si affideranno all’università privata milanese Vita-Salute San Raffaele. Ma non sono tanto gli affari in Africa del gigante nostrano della sanità privata, quanto la presenza del ministro a scatenare le proteste di molte associazioni italiane che si occupano di salute mentale, firmatarie di una lettera indirizzata al premier Mario Draghi, allo stesso Di Maio e al ministro della Salute Roberto Speranza. “L’Italia in Africa smentisce la Riforma Basaglia e inaugura la costruzione di un manicomio in Kenya”, titola la lettera aperta, che alle tre cariche dello Stato rivolge domande dirette, a partire dalla presenza del ministro all’inaugurazione di un’opera che “confligge non solo con le strategie e le leggi in materia del nostro paese ma anche con le convenzioni internazionali, che l’Italia ha firmato”.
Tra il 12 e il 14 giugno, Luigi Di Maio ha visitato Somalia, Etiopia e Kenya. Nel disinteresse delle agenzie internazionali, qualcosa è stato riportato da quelle italiane. La ragione ufficiale è il rafforzamento della cooperazione internazionale nel continente, dopo le missioni delle scorse settimane in Congo, Mozambico, Algeria e Angola dove l’Italia va cercando alternative energetiche e Di Maio si è presentato con l’ad di Eni, Claudio Descalzi. Ma c’è anche il supporto ad altri investimenti privati targati Italia. Tra gli impegni di Di Maio, ad esempio, la visita alla Smart City di Konza (Nairobi), proposta come primo hub tecnologico sostenibile vede coinvolto il gruppo vicentino Impresa Costruzioni Maltauro, IMC, colosso da mezzo miliardo di euro di fatturato (+34% nel 2021) che si occuperà anche di costruire strade, parchi, impianti di potabilizzazione dell’acqua e della raccolta dei rifiuti. Decisamente più discussa la presenza del ministro a un altro evento, questa volta a fianco dei vicepresidenti del Gruppo San Donato, Paolo Rotelli e Kamel Ghribi.
Assente il presidente del gruppo ospedaliero, l’ex politico Angelino Alfano, più volte ministro con Berlusconi, Letta e Renzi e infine con Gentiloni agli Esteri. Assenza giustificata, la sua. Agli affari in Africa ha dovuto anteporre la nomina di Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, conferitagli dal Presidente Sergio Mattarella proprio negli stessi giorni. A fare le sue veci i due vice, che alla presenza di Di Maio hanno presentato “una vera e propria cittadella della salute psichiatrica situata alla periferia di Nairobi”. “Stiamo creando una struttura moderna per la cura delle malattie psichiatriche che stanno diventando un problema sempre più diffuso in una società come quella keniota e in generale africana, che negli ultimi anni è passata da rurale a urbana. Ecco quindi che si presentano nuove problematiche di salute, tipiche della vita cittadina, quali i disturbi mentali legati all’ansia, depressione e dipendenze”. L’opera, presentata di fronte al presidente della Repubblica del Kenya Uhuru Kenyatta, occuperà ben ottanta ettari della periferia a ovest di Nairobi e potrà ospitare 600 pazienti, “un riferimento per tutta l’Africa centro orientale”.
Altra lettura quella del Coordinamento nazionale per la Salute mentale, che parla di “manicomio” e ribatte con una lettera aperta a premier e governo firmata da Unione Nazionale delle Associazioni per la salute mentale (Unasam), Osservatorio Stopopg, Forum Salute Mentale, Psichiatria Democratica, Conf. Basaglia Conferenza Permanente per la Salute Mentale nel Mondo, Salute Diritto Fondamentale, Fondazione Franca e Franco Basaglia e Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica (Siep). “L’Italia è il paese che per primo ha chiuso gli ospedali psichiatrici: quelli civili tra il 1978 e il 1999 e quelli giudiziari nel 2017 ed ha costruito una rete territoriale di servizi di salute mentale. Sebbene questa rete sia attualmente in forte sofferenza, l’Italia resta riconosciuta nel mondo, e punto di riferimento dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, per aver avviato un sostanziale processo di de-istituzionalizzazione delle persone con disturbi mentali e per aver riconosciuto loro i diritti civili e sociali prima negati”, si legge nella lettere. “Per queste ragioni ci appare sconcertante la presenza del ministro degli Esteri all’inaugurazione di un ospedale psichiatrico isolato nel verde come i vecchi manicomi e che come questi dovrebbe servire un territorio enorme”.
Da qui la richiesta a Draghi, Speranza e allo stesso Di Maio di “risposte chiare” alle domande che chiudono la lettera. “Se è legittimo che i privati facciano affari come credono, come mai un ministro sponsorizza un’opera che confligge non solo con le strategie e le leggi in materia del nostro paese ma anche con le convenzioni internazionali, che l’Italia ha firmato, sui diritti delle persone con disabilità psicosociale e con le linee di indirizzo della OMS sulle politiche di salute mentale?”. E poi: “Il Ministro della Salute è stato consultato su questo avallo politico fornito dal ministro degli Esteri a una scelta che smentisce le sue linee di indirizzo?”. Infine: “Il MAE, e in particolare la “Cooperazione allo sviluppo”, ha in programma di fornire un finanziamento, in forma diretta o indiretta, a una tale operazione o ha già fatto passi in tale direzione?”. Contattati da ilfattoquotidiano.it, ministero degli Esteri e della Salute al momento non hanno ritenuto di commentare.
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