Vittima un 30enne sassarese. La madre: «Aveva mani e piedi legati». La Procura ha ordinato il sequestro della salma
di Nadia Cossu
SASSARI. Il 28 agosto Paolo stava meglio, tanto che un medico del reparto di Psichiatria del Santissima Annunziata voleva dimetterlo. Ma alla fine non se ne era fatto nulla perché il centro di riabilitazione psichiatrica “Santa Sabina” di Pattada (che ospitava il paziente prima che venisse ricoverato a Sassari), non aveva più il posto disponibile. Forse si era agitato un po’ anche per questo motivo Paolo, perché sperava di andar via dall’ospedale e invece non aveva potuto farlo. Si era agitato e lo avevano sedato. Da quel momento ha cominciato a peggiorare e lunedì mattina è morto.
I carabinieri del Nas hanno sequestrato ieri la cartella clinica di Paolo Agri, il trentenne sassarese trovato senza vita il 3 settembre in un letto del reparto di Psichiatria del Santissima Annunziata dove era stato ricoverato il 23 agosto. La famiglia del giovane, attraverso gli avvocati Anna Ganadu, Maria Teresa Spanu e Alessandro Cossu, ha depositato una querela nell’ufficio del sostituto procuratore Paolo Piras che ha disposto il sequestro della salma e della cartella clinica. I carabinieri del Nas avranno bisogno di qualche giorno per concludere la relazione e subito dopo il pm deciderà come procedere.
Una vicenda delicata, che andrà trattata con la dovuta cautela anche dal punto di vista investigativo. Per il momento c’è il racconto di una madre comprensibilmente addolorata che vuole capire cosa sia accaduto al proprio figlio. Un ragazzo di trent’anni che da diverso tempo aveva problemi di tipo psichiatrico e che era finito da Pattada all’ospedale Civile con una richiesta di Tso fatta proprio dal centro di riabilitazione del Goceano.
Negli ultimi giorni, non si sa bene per quale motivo, le condizioni di Paolo erano peggiorate e, come ha spiegato uno dei suoi legali, «gli erano stati somministrati diversi sedativi ed era stato anche legato mani e piedi al letto». Così lo aveva trovato sua mamma, un’insegnante di Sassari, domenica, durante la visita delle 13: «Con i polpacci gonfi, il respiro affannato, con delle fascette che gli stringevano polsi e caviglie». Ed era ancora così anche nella visita successiva, di sera alle 19, «sempre profondamente sedato» spiega l’avvocato Anna Ganadu. E alla richiesta di una spiegazione sul perché il proprio figlio fosse in quello stato la donna non avrebbe ricevuto una risposta soddisfacente da parte del personale ospedaliero. Forse è anche per questa ragione che i genitori di Paolo hanno risposto no quando l’Aou ha chiesto loro se erano d’accordo a partecipare con un proprio consulente all’accertamento sul cadavere del ragazzo, in contraddittorio. Hanno preferito informare la Procura della Repubblica con un esposto che ha avuto come prima conseguenza il sequestro della salma e della cartella clinica.
L’obiettivo del magistrato Paolo Piras è quello di capire cosa sia accaduto nel reparto di Psichiatria, ad esempio quali farmaci siano stati somministrati al trentenne e a quale tipo di accertamenti sia stato sottoposto durante il ricovero. Prima di valutare se ci siano o meno responsabilità da parte di medici o infermieri la Procura vuole avere un quadro chiaro e dettagliato della situazione. Tra oggi e domani potrebbero esserci importanti sviluppi.
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