di La redazione — 17 maggio 2017
È stata approvata oggi dal Senato (con 195 voti a favore e 8
contrari) la proposta di legge sull’introduzione del reato di tortura
nell’ordinamento italiano. Un testo “provocatorio e inaccettabile”
secondo un appello sottoscritto tra gli altri da Ilaria Cucchi, Enrico
Zucca e Lorenzo Guadagnucci
“Il Senato ha approvato una legge truffa sulla tortura, scritta in modo da renderla inapplicabile
e in totale contraddizione con la convenzione Onu sulla tortura e con
le indicazioni contenute nella sentenza di condanna contro l’Italia
della Corte europea per i diritti umani del 7 aprile 2015 (Cestaro vs
Italia per il caso Diaz). È un testo provocatorio e inaccettabile,
che il Parlamento non può approvare, se l’Italia intende rimanere nel
perimetro delle nazioni democratiche e all’interno della Convenzione
europea sui diritti umani e le libertà fondamentali, firmata nel 1950.
Nel testo licenziato dal Senato il crimine di tortura è configurato come reato comune e non proprio del pubblico ufficiale, arrivando alla scrittura di una norma volutamente ingannevole e quindi pressoché inapplicabile;
la tortura è tale solo se “violenze”, “minacce” e “condotte” sono
plurime (in tutto il mondo si usa giustamente il singolare); la tortura
mentale – la più diffusa – è tale solo se “il trauma psichico è
verificabile” (quindi sottoposto a incerte valutazioni, con inevitabili
disparità di trattamento e lasciando la porta aperta a tecniche, come la
deprivazione sensoriale, oggi praticate in tutto il mondo); la
possibilità di prescrizione permane (il Senato ha addirittura eliminato
il raddoppio dei termini previsto dal testo della Camera, mentre le
convenzioni internazionali e la Corte di Strasburgo richiedono la
imprescrittibilità del reato); non è previsto alcun fondo per il
recupero delle vittime (altro obbligo disatteso, mentre in altre leggi
si prevede il rimborso delle spese legali per certe categorie di
imputati); nulla si dice – ulteriore mancanza rispetto agli obblighi
internazionali – sulla sospensione e la rimozione di pubblici ufficiali
giudicati colpevoli di tortura e trattamenti inumani e degradanti.
Se la Camera approvasse questo testo, l’Italia avrebbe una legge
che sembra concepita affinché sia inapplicabile a casi concreti; avremmo
cioè una legge sulla tortura solo di facciata, inutile e
controproducente ai fini della punizione e della prevenzione di
eventuali abusi.
È nell’interesse dei cittadini e delle stesse forze di sicurezza
mantenere l’Italia nel perimetro della migliore civiltà giuridica,
perciò chiediamo ad Antigone, ad Amnesty International, alle
associazioni, a tutte le persone di buona volontà di battersi con
ritrovata fermezza affinché la Camera dei deputati cambi rotta e il
parlamento compia l’unica scelta seria possibile, ossia il ritorno al
testo concordato in sede di Nazioni Unite. Quel testo garantisce un
equilibrato aggiornamento del codice penale e può essere approvato dal
parlamento nell’arco di poco tempo, entro la fine di questa legislatura.
Sottoscrittori:
Enrica Bartesaghi, Arnaldo Cestaro, Lorenzo Guadagnucci (Comitato Verità e Giustizia per Genova)
Ilaria Cucchi (associazione Stefano Cucchi)
Enrico Zucca (già pm nel processo Diaz)
Roberto Settembre (già giudice nel processo d’appello per Bolzaneto)
Fabio Anselmo (avvocato)
Michele Passione (avvocato, studioso della tortura)
Vittorio Agnoletto (già portavoce del Genoa social forum)
Adriano Zamperini e Marialuisa Menegatto (psicologi, autori di studi sulla violenza collettiva e le vittime di tortura)
Marina Lalatta Costerbosa (docente universitaria, autrice del libro “Il silenzio della tortura”)
Donatella Di Cesare, docente universitaria, autrice del libro “Tortura”
Pietro Raitano (direttore di Altreconomia) e la redazione di Altreconomia
Sottoscrivono anche:
Adriano Chiarelli, autore di “Malapolizia”
FuoriNorma, collettivo di Padova
Annamaria Rivera, antropologa, Università di Bari
Lucia Vignale, giudice, Genova
Lucia Vignale, giudice, Genova
Stefano Musolino, Sostituto procuratore, Procura della Repubblica di Reggio Calabria
Camera Penale di Milano
Tomaso Montanari, presidente Libertà e Giustizia
Raffaella Mascarino, Giudice applicata alla protezione internazionale al Tribunale di Bologna
Enrico Manzon, consigliere della Corte di Cassazione
Beniamino Deidda, già procuratore generale di Firenze
Pompeo Carriere, G.I.P. presso il Tribunale di Taranto
Anna Laura Alfano, Tribunale Napoli Ufficio Gip
Cristina Tabacchi, Giudice del Tribunale di Savona
Francesco Mazza Galanti, Magistrato – Tribunale di Genova
Amelia Torrice , magistrato a Roma
Roberto Arata, Giudice Tribunale Torino
Anna Ricci, Giudice Tribunale Torino
Salvatore Sinagra, già Presidente della Corte d’Appello di Genova nel caso “Diaz”Raffaella Mascarino, Giudice applicata alla protezione internazionale al Tribunale di Bologna
Enrico Manzon, consigliere della Corte di Cassazione
Beniamino Deidda, già procuratore generale di Firenze
Pompeo Carriere, G.I.P. presso il Tribunale di Taranto
Anna Laura Alfano, Tribunale Napoli Ufficio Gip
Cristina Tabacchi, Giudice del Tribunale di Savona
Francesco Mazza Galanti, Magistrato – Tribunale di Genova
Amelia Torrice , magistrato a Roma
Roberto Arata, Giudice Tribunale Torino
Anna Ricci, Giudice Tribunale Torino
Roberta Bossi, Giudice a Genova
Daniela Faraggi, Giudice del Tribunale di Genova
Guido Savio, avvocato in Torino
Alba Chiavassa, già magistrato di Corte d’Appello a Milano
Joseph Moyersoen, giurista, Presidente della Sezione europea dell’AIMJF (Associazione internazionale dei magitrati per i minorenni e per la famiglia), già giudice onorario presso il Tribunale per i minorenni di Milano
Giuseppe Longo, sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Genova
Nicola Lariccia, Consigliere Corte Appello Lecce
Anna Laura Alfano, Ufficio GIP Tribunale di Napoli
Emilio Robotti, avvocato
Guglielmo Avolio, Presidente Tribunale Trento
Domenico Pellegrini, Giudice Tribunale di Genova
Silvia Albano, giudice 1° sezione civile del Tribunale di Roma
Guglielmo Avolio, Presidente Tribunale Trento
Domenico Pellegrini, Giudice Tribunale di Genova
Silvia Albano, giudice 1° sezione civile del Tribunale di Roma
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