Ti si accostano ghignando, ti guardano in
cagnesco, ti squadrano, ti etichettano: «Questo, è uno psicopatico»
oppure «Quello è un parolaio». E quando non sanno che etichetta
appiccicarti in fronte, dicono: «È un uomo strano, proprio strano!» Amo
le foreste: è strano. Non mangio carne: anche questo è strano. Un
rapporto diretto, pulito, libero con la natura e con la gente non c'è
più...
Anton Cechov, Teatro, Mondadori,1982,(p.84)
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