lunedì 13 febbraio 2017

No! Pazzia

NO!PAZZIA INTERATTIVA



Volantino in distribuizione a Roma dall'associazione (sez. romana in costruzione) "Utenti, exUtenti, Sopravvissuti ai servizi di salute mentale", ai familiari e amici degli utenti . (Puoi scaricare anche in formato .rtf zippato per stamparlo con qualsiasi word processor sotto Windows già formattato in cinque pagine A4 -adattare l'ultima riga. Probabilmente a Roma sarà distribuito insieme al primo capitolo di "Peter Breggin: Trattamenti disabilitanti il cervello in psichiatria" )

ai genitori, ai familiari, agli amici
    dei . . 'bisognosi di servizi di salute mentale'
siamo ex utenti e sopravvissuti ai servizi di Salute mentale,
facciamo presente che, nonostante quel che dicono i medici normali e i medici psichiatri, è tutt'altro che certo che per i "problemi" di "salute mentale ci sia una autentica malattia medica sottostante. In nessuna delle 'malattie psichiatriche' [psicosi, schizofrenia, mania, paranoia, maniaco-depressione, depressione, borderline, ..], risulta infatti alla scienza medica seria che ci sia un autentico danno al cervello - cioè tessuti danneggiati, tessuti diversi dal normale; nemmeno la tanto conclamata negli anni '80 concentrazione diversa o inefficienza nell'emissione o ricezione di neurotrasmettitori nel cervello è risultata ora confermata. Quindi la competenza della medicina - in particolare di quella psichiatrica - è tutt'altro che certa, dato appunto che nel cervello dei diagnosticati "malati mentali", non risulta a tutt'oggi anno 2002 un effettivo danno né biologico né biochimico. Quella che ora è comunemente chiamata "pazzia", può quindi in realtà essere non una malattia medica ma, con altrettanto se non maggiore avvicinamento al vero, una malattia esclusivamente psicologica o addirittura nessuna malattia ma solo una concezione di sé e del mondo diversa e un po’ strana. Questo effettivamente sostiene chi di noi è “sopravvissuto” a ciò che è chiamato ‘pazzia’: una convinzione nuova, una nostra nuova attività, un nostro nuovo ruolo, spesso è vero più sperato e automontato che possibile e reale. Ma si tratta sempre e solo di un a convinzione, non di una vera malattia! Facendo eccezione per i malati dei morbi di Alzeihmer, Parkinson, mucca pazza, sifilide, cancri al cervello, intossicazioni da vernici ..; per cui si riscontrano effettivi danni al cervello, ma di questo si occupano i medici neurologi. [...]

Attualmente la situazione, quale riscontrata nei centri di ricerca medica più avanzati del mondo, è che una effettiva malattia medica non risulta. [...] (La psichiatria continua però imperterrita a sostenere che si stanno trovando primi risultati, rimedi più efficienti. Nonostante che i suoi rimedi, dalla malaria artificiale alla lobotomia all'elettrochoc e ora i psicofarmaci neurolettici, sono sempre e solo una ingiuria alla medicina, un danneggiamento certo, un tradimento del giuramento di Ippocrate ..!..)

Se è così, se effettivamente una vera malattia medica non c'è, allora quella sostenuta dall'impazzito è una semplice concezione nuova e strana di sé e del mondo, una semplice opinione: Talvolta ci si crea una convinzione religiosa più o meno eretica , talaltra si recupera convinzioni di magia popolare tipo malocchio, altre volte è una intuizione di un sé importante,.… Se è così, allora sono molto più competenti a parlare e discutere con noi 'impazziti' un filosofo, o un esperto di religioni e di storia delle religioni, oppure di tradizioni popolari, o un umanista, o se ci sono problemi legali o di interessi un avvocato, o .., che uno psichiatra - dato che non risulta un difetto medico sottogiacente e gli psichiatri non sono competenti sugli argomenti a cuore all'"impazzito".

Lo psichiatra con i suoi farmaci soltanto seda ed attutisce l'eccitazione dell'impazzito, senza poterci e volerci ragionare con lui - sia per sostanziale ignoranza incompetenza circa la particolare convinzione "strana", sia perché la tradizione psichiatrica gli dice che c'è una malattia e il ragionamento è insensato in sé. Col risultato che la "convinzione pazzesca" non è discussa di fronte ad un competente, che magari potrebbe in parecchi casi risolverla nel suo merito rilevandone inconsistenze e difficoltà e avanzando obbiezioni, ma solo sopraffatta dalla sedazione farmacologica. Col risultato che la stessa convinzione probabilmente sarà riproposta quasi identica al prossimo impazzimento (normalmente per ogni "pazzo" succede in questa cultura di ‘impazzire’ più volte, in tempi anni successivi, sia che stia sotto farmaci che senza).

Secondo noi '"sopravvissuti" la 'cura' della pazzia avrebbe quindi, nei centri di Salute mentale, molte più probabilità di riuscita se ci fossero molti meno - o affatto - psichiatri e psicofarmaci e molti più esperti in vari rami di conoscenza (filosofi, storici delle religioni e delle tradizioni popolari, umanisti, legali, semplici persone di buon senso, ...).

Ciononostante gli psichiatri, compresi molti cattedratici universitari , o per orgoglio di non volersi confessare incompetenti, o spesso al soldo più o meno diretto dell'industria farmaceutica molto interessata alla cosa - vendere psicofarmaci -, non riconoscono l'inconsistenza del loro mestiere. Gli psichiatri sono attualmente a capo in tutte le strutture di Salute Mentale statali sul territorio e in grande preponderanza come personale di grado superiore in ciascuna (gli psicologi e psicoterapeuti, dove ci sono, sono in netta minoranza, senza voce). Pressoché nessuno di tali psichiatri manifesta né tanto meno denuncia -alla popolazione, ai familiari, ai 'malati'- i dubbi sostanziali del loro agire. Non riteniamo che ci sia malizia in loro, anche perché molti si sono laureati prima che fossero fatte misure e avute prove contrarie nette (anni '90); essendo un fatto che i dipartimenti universitari di psichiatria, i soli ad avere i dati della ricerca mondiale, non hanno mai resi pubblici i dubbi , non hanno pubblicizzato la sostanziale incompetenza della medicina psichiatrica quale viene risultando sempre più netta nei luoghi di ricerca - il non esserci malattia medica! che non si può curare con mezzi medici una malattia che non è medica ! (al massimo si tratta, ripetiamo di una malattia psicologica, ma nemmeno!: un aver problemi di vita anche gravi, aver dormito poco, essere troppo su di giri; le allucinazioni – che non abbiamo sempre - sono un fenomeno connaturale all’uomo seppur straordinario dovuto alla eccitazione al non dormire, allo stress, ..[ per convinzioni di tipo magico ed allucinazioni : vedi nota (*)] ). Tutti gli psichiatri coprono nascondono questa non-competenza di fondo sempre più palese, si spalleggiano tra di loro, minimizzano questa débacle teorica e pratica della psichiatria, compresi nel coprirsi a vicenda anche molti colleghi di medicina generale, in modo da non far perdere alla categoria il mestiere e il lavoro.
E, a questo scopo, anche gli psichiatri più informati e responsabili, rimandano non rendono pubblica la loro incompetenza sempre più manifesta nei risultati della ricerca, aspettano e accettano nuove ipotesi nuove prossime misure; molti anche accademici vantando prossimi certi riscontri alla loro teoria di base - che la pazzia sia una malattia -, rinviando sempre e tacendo i sempre più pesanti dubbi. Queste nuove teorie e nuove prove risultano anno dopo anno sempre inconsistenti, nonostante l'ampia pubblicizzazione sui media dei primi risultati come certi e veri, poi sconfessati da misure più rigorose. L'industria farmaceutica sostiene a spada tratta, con ampi finanziamenti, queste teorie filo-psichiatria-tradizionale, spesso distorcendo a suon di finanziamenti e prebende le ricerche e i controlli clinici. Gli psichiatri sperano e continuano a ribadire pubblicamente che la medicina nella specializzazione psichiatria sia competente per ciò che è chiamato popolarmente "pazzia". Col risultato che nei media, stampa televisione, le associazioni degli psichiatri, sempre in stretto connubio con l'industria farmaceutica, riescono a far apparire come eresia qualsiasi messa in dubbio della competenza psichiatrica - e dell'efficienza e non dannosità dei farmaci -.

Ma una cosa è il vantarsi competenti, altra cosa è l'esserlo. Una cosa è che i farmaci curino, altra che solo attutiscano il cervello ben presto danneggiandolo.

Infatti il danno più grave gli psichiatri lo fanno con il loro uso a tempo indeterminato dei farmaci antipsicotici - se lasciati fare li somministrano a vita ! - (attualmente i 'neurolettici' Haldol Serenase Largactil Semap Orap Mellaril Moditen .. compresi i nuovi Zyprexa Risperidone .. e i sali di litio).
Queste sostanze non curano una malattia - che ripetiamo non risulta esserci - ma solo riducono il funzionamento di tutto il cervello, distorcendo alcune funzioni, al fine di avere il risultato desiderato di attutire in parte - ma non sempre - i sintomi indesiderati (stato di eccitazione, delirio, allucinazioni) e simultaneamente ridurre la volontà e la prontezza di reagire ed agire - (**). Quest'ultimo effetto, ridurre la volontà e la abilità e prontezza di agire e reagire, è altrettanto desiderato anche se quasi mai confessato esplicitamente; ma fa parte della ragione storica della psichiatria, il compito di tenerci sicuramente buoni anche relegando e rinchiudendo, il funzionare come controllori dell'ordine, prima nei manicomi ora con la camicia di forza chimica degli psicofarmaci debilitanti. (***)

E questa funzione di controllo fa parte è succube del pregiudizio sociale e culturale che ritiene i 'pazzi' più pericolosi delle persone normali. Molti degli stessi psichiatri hanno questo pregiudizio, rispetto noi. Ma questo è perché la categoria dei 'pazzi' è costruita artificialmente come bidone-contenitore in cui si mettono tutti quelli guardati con diffidenza dalle 'persone perbene', tutti quelli che hanno compiuto atti apparentemente immotivati anche pericolosi, gli si dà in più una caratteristica unificante di 'malati nel cervello' /che non risulta/, li si tratta tutti con diffidenza privandoli dei diritti e trattandoli male; data questa costruzione del contenitore ‘pazzia’ mettendoci tutta la “feccia”, che noi ‘pazzi’ si risulti effettivamente un po’ più pericolosi dei 'normali' sarebbe ovvio: ma nemmeno questo, una nostra maggiore pericolosità, risulta dalle indagini statistiche obbiettive, non risultiamo più pericolosi dei 'normali' (****)!

Il fatto è che c’è un pregiudizio culturale contro i pazzi e la pazzia, del tutto simile a quello che colpiva gli ebrei sotto il nazismo. Parecchie cause concorrono a formare il pregiudizio: conviene avere un capro espiatorio su cui riversare le frustrazioni personali e sociali; conviene che chi non è del tutto compatibile con la cultura con la religione con il quartiere con la famiglia, sia emarginato; (effettivamente siamo poco compatibili); i media giornali televisione ci guadagnano in ascolto a tenerci in prima pagina ; c’è sempre nel vicinato qualcuno pronto ad aizzarci contro gli altri, anche per farsi avanti e farsi vedere paladino dell’ordine per mire di carriera politica ..

Nel caso di fatti di sangue in cui sia coinvolto un ‘pazzo’, il tenerci i giornali la televisione le chiacchiere dei vicini e dei capannelli di persone subito in primo piano e più a lungo (rispetto altri fatti di sangue mafia litigi errori della polizia , messi ad es nei giornali nelle pagine interne e in piccolo e per un giorno solo..) ci fa risultare agli occhi della gente più pericolosi di quanto in realtà siamo. Dalla ricerca citata ed altre simili, gli ex ricoverati in reparti psichiatrici non risultano apprezzabilmente più pericolosi, per fatti di sangue, degli altri comuni mortali (****).


Un effetto collaterale di tutti gli psicofarmaci è che tutti sono assuefacenti, perché il corpo reagisce alla immissione della molecola estranea producendo come reazione proprie sostanze biologiche, queste sono responsabili di alcuni degli "effetti collaterali". Questa produzione continua per settimane anche se si smette il 'farmaco', rendendo difficoltosa la dismissione se effettuata troppo velocemente (reazioni di angoscia, nausea, vomito, effetti parkinson quali tremori rigidità ..), aumentando con ciò la probabilità di 'ricadute'. Infatti molti di noi abbiamo 'ricadute' proprio perché spesso, per niente informati ma stanchi dei numerosi "effetti collaterali" debilitanti che sempre tali farmaci portano e della nostra schiavitù ad essi, li dismettiamo di colpo incappando in questi effetti di assuefazione angoscianti che diventano un'ulteriore causa a mandarci fuori giri !
Perciò è non facile dismetterli spesso controproducente se troppo rapidamente e non bene informati. L'industria farmaceutica cerca di tener nascosti al massimo questi effetti di assuefazione, che invece ci sono pressoché sempre, bastano alcune settimane di regime. Gli psichiatri se non si insiste molto fermamente, sia per loro timore di questi effetti che per paure di responsabilità burocratiche caso mai combinassimo qualche guaio, i farmaci antipsicotici non li dismettono mai ! Perciò se uno psichiatra prescrive un farmaco chiedergli che metta per iscritto la dose e il tempo massimo di durata, in modo da responsabilizzarlo personalmente legalmente se danni irreversibili (cosa abbastanza frequente: discinesia tardiva - di solito sbavare permanente irreversibile; spasmi irreversibili ; sindrome maligna da neurolettici - mortale se non diagnosticata; aumento di rischio di morte se infarto anche leggero; talvolta diabete ; .. .).

Però un grosso danno degli psicofarmaci antipsicotici, non sempre chiaro ai familiari e genitori e accuratamente sottaciuto dagli psichiatri a noi utenti, è che tali psicofarmaci somministrati per un periodo medio e lungo ci rendono praticamente inabili e disabili al lavoro e ad impegni personali. E' vero che dopo l'impazzimento abbiamo poca voglia di tornare all'attività e al lavoro di prima, ma questo non si significa che non possiamo dedicarci ad una nuova attività. Ma con i farmaci, anche se a dosi bassi, le iniziative non si riesce a portarle a termine, proprio per l'effetto dei farmaci di togliere la decisione; inoltre quasi sempre risultiamo fisicamente debilitati anzi spesso resi proprio disabili dai farmaci (ingrassamento eccessivo, riflessi rallentati, rigidità degli arti, movimenti appesantiti e strascicare gli arti, sbavare continuo, tremori alle mani, spasmi): in queste condizioni, con in più una sfiducia in sé stessi e debilitazione psicologica, è chiaro che possiamo fare solo un lavoro per modo di dire, un lavoro "protetto". Ma questo non per la pazzia ma per la cura, per i farmaci ! Per i programmi dei “centri di recupero alla socialità e al lavoro” è come voler dare con una mano quel che con l'altra ci tolgono i loro compari dei centri di "diagnosi e cura". I due centri sono spesso uno a fianco all'altro, ma ..cane non mangia cane ! guai se uno del lavoro si permette di criticare uno della cura ! E d'altra parte sono entrambi burocrati, a nessuno dei due interessa il risultato, solo lo star lontano da possibili guai e perciò gli psicofarmaci perennemente attutenti vanno bene ad entrambi !

Infine non va dimenticato che gli psicofarmaci psicotici, a causa del perturbare tutto il corpo, riducono di fatto la vita., la durata della vita risulta da dati statistici ridotta. In particolare c'è un aumento considerevole del rischio di morte se si ha un infarto, a cui normalmente si sopravvive, ma sotto neurolettici non si fa in tempo ad avere il soccorso. I farmaci neurolettici possono risultare mortali per la "sindrome maligna da neurolettici" una febbre alta simile ad influenza ma dovuta ai neurolettici, spesso mortale se non riconosciuta.

Per tutti questi motivi noi utenti, ex utenti, sopravvissuti ai servizi psichiatrici,

CHIEDIAMO AI GENITORI, AI FAMILIARI ED AMICI

di non lasciarci nelle grinfie della psichiatria e degli psicofarmaci. Di lottare intanto perché nel personale dei Centri di Salute Mentale (CSM), dei Distretti di Salute Mentale (DSM), dei Centri Diurni, delle Case-Famiglia e le altre istituzioni statali di salute mentale, la componente e l'importanza degli psichiatri sia ridotta di molto e corrispondentemente aumentato il numero e l'importanza di assistenti sociali, umanisti, filosofi, .. (siamo un po’ diffidenti rispetto gli psicologi e psicoterapeuti, che non prendano la presunzione e la direzionalità degli psichiatri, recandoci come loro più danno che vantaggio ..)
di controllare e richiedere agli psichiatri che gli psicofarmaci siano dismessi prima che avvenga l'assuefazione (entro circa massimo due mesi) o che altrimenti gli psichiatri siano poi disposti a mettere in atto su successiva richiesta una procedura di dismissione da loro controllata (è controproducente smettere gli psicofarmaci di colpo, c'è assuefazione sia biochimica che psicologica, nonostante che l'industria farmaceutica e gran parte degli psichiatri mettano il fatto molto in sordina).


!! Non fidarsi della psichiatria farmacologica, non lasciarci deteriorare sempre più dagli psicofarmaci !!
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CHE FARE ALTRIMENTI ?
Tenere ben presente che ci sono solo due vie: o quella psichiatrica (malattia medica del cervello ancora non provata, cure farmacologiche di fatto eterne: è un fatto che le "cure" dopo i primi risultati apparentemente buoni - non sempre -, poi debilitano e deteriorano sempre più il corpo lo spirito il cervello portando a risultati di vita sempre più cattiva) o quella non-psichiatrica per cui ciò che è chiamato pazzia è un "viaggio mentale" di esplorazione e ricerca di una nuova identità e nuovo ruolo di sé, spesso è vero non solo mentale ma comportante nostre pretese eccessive ed assurde, ma che va per quanto possibile lasciato percorrere autonomamente.
[I tentativi di compromesso, come una psicoterapia sotto psicofarmaci, sono secondo noi quasi sempre una cavolata, specialmente se gli psicofarmaci sono neurolettici, sempre danneggianti e riducenti la capacità di scegliere e decidere]:

INFORMATE BENE L'INTERESSATO su queste due alternative, POI LASCIATELO SCEGLIERE e rispettate le sue decisioni
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LA VIA SECONDO NOI EX-UTENTI E SOPRAVVISSUTI : (consigli ai familiari ed amici):

1. Prima di tutto tener ben presente che non si tratta di un problema medico. Al massimo il medico può dare un tranquillante per due o tre giorni, oltre e più è un arbitrio danneggiante.
2. Tener ben presente che c'è una esagerazione negativa contro gli "impazziti", che la pericolosità non è molto diversa da quella dei "normali", che noi siamo nel 99% dei casi responsabili (le associazioni utenti - exutenti - sopravvissuti chiedono una responsabilità giuridica pari a quella dei "normali")
3. Trovare, leggere e far conoscere all' "impazzito", insistere che ne prenda visione, materiale sulla pazzia prodotto da ex utenti e sopravvissuti.
4. Poi dare un po’ di tempo (parecchi mesi) senza assillarlo troppo per permettergli di proseguire fino a portare a termine il suo "viaggio mentale". Ribadendo pure le proprie convinzioni contrastanti quelle nostre avventate (non far finta di darci ragione e poi tramarci contro, ma fermamente dire che non si è d'accordo sulle nostre convinzioni; che non si è in grado e non si vuole appoggiarci; che è meglio che ci pensiamo meglio che controlliamo meglio le nostre convinzioni). Cioè meglio non mentire, dire sempre quel che si pensa veramente. Però non pretendere di poter convincere che è una chimera impossibile, noi abbiamo a torto o a ragione i nostri motivi per credere a quel che crediamo, uno di questi è probabilmente non darvi più ragione.
5. Meglio che stabilite per questo tempo 4. dei paletti fermi, come una diaria mensile di appoggio minimo, ma non condizionata a

· non condizionata a dover prendere farmaci, ad andare al centro d'igiene mentale.


· non condizionata a "tornare sulla retta via", riprendere il vecchio lavoro (per il tempo del "viaggio" in generale di tutto si ha voglia o non-voglia tranne che di tornare al lavoro di prima.


· dateci un margine di autonomia (orari di entrare ed uscire di casa, domande "che hai fatto oggi".., almeno pari se non più ampi di prima dell'impazzimento.
6. Spesso è anche opportuno se non necessario un posto o un periodo di vita autonoma separata dalla famiglia, o un alternarsi fuori-dentro la vecchia famiglia. Per questo se possibile dare il minimo necessario ma non andare a controllare, dare la completa autonomia.
7. La nostra vita è la nostra, voi non siete più responsabili di noi, lasciateci andare per la nostra via.
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NOTE:

(*) Convinzioni di tipo magico, magico-religioso, .., ed allucinazioni : E' molto frequente che l'impazzimento -chiamato dagli psichiatri episodio maniacale o schizofrenico acuto o acuzie- consista in un crearsi una convinzione di importanza magica di sé, di sé quasi-magicamente molto importante, talvolta di esplicito mondo magico attuale malocchio fatture ecc, talvolta di fenomeni religiosi miracolosi vissuti in prima persona, che ci si monti la testa in questo. Si tratta di un normale modo umano di trovare soluzioni in casi estremi, soluzioni appunto di tipo religioso o di tipo magia popolare, ed insistere a volerci credere acriticamente, fideisticamente, totalmente. Questo fenomeno è acuito dal fatto che in condizioni di angoscia di stress e spesso di privazione di sonno è proprio della natura umana che si abbiano prime allucinazioni sensoriali: Queste allucinazioni - 'voci', visioni, ..- sono prese per vere e ci autoconvincono dell'esistenza attuale di un mondo magico-religioso e di noi attivi in esso. Ebbene ? Secondo noi non c'è affatto differenza nelle nostre "allucinazioni" e nelle 'voci' visioni dei santi autentici, solo che noi sbagliamo a vantarcene e a montarci la testa a causa loro .. . Secondo noi indicano anche a noi una direzione giusta (ma solo una indicazione, spesso hanno solo un valore temporaneo, quasi mai vanno prese alla lettera, è più importante il senso globale o il senso simbolico. Non dovremmo montarci troppo la testa a causa loro, come invece purtroppo gran parte di noi fanno, anche per mancanza di informazioni nella cultura, mancanza di religioni aggiornate, pochi ragguagli di ex 'pazzi' ..) E' comunque un errore il non considerarle indicazioni valide da parte di tutta la cultura, e il considerarle completamente prive di senso e valore da parte degli psichiatri …

(**) Effetti e danni degli psicofarmaci neurolettici (Haldol Serenase, Largactil, Semap, Orap, Mellaril, Moditen, …., i nuovi Risperidone, Zyprexa, .., :
vedi ad es. Peter R.Breggin : Brain-Disabling Treatments in Psichiatry , Springer Publishing Company; 1997; Peter R. Breggin e David Cohen : Your Drug May be Your Problem - how and why to stop taking psychiatric madication; Perseus Books, 1999. [Il tuo problema può essere causato dallo psicofarmaco: perché e come smettere le medicazioni psichiatriche] ; www.breggin.com
qualcosa in italiano in No!Pazzia http://www.nopazzia.it/indice.html cartella "Psicofarmaci"
e in Osservatorio Italiano sulla Salute Mentale http://www.oism.info/

(***) La funzione di controllo sociale della psichiatria (non medica ma coercitiva) : Giorgio Antonucci (medico collaboratore di Franco Basaglia): "Il pregiudizio psichiatrico" Eleuthera 1998; Giuseppe Bucalo (operatore in Salute mentale in Sicilia): "Dizionario Antipsichiatrico", Sicilia Punto L edizioni, Ragusa 1997.

(****) Non pericolosità per fatti gravi : a parte il gridare e l'inveire su cui siamo più in alto del normale, per fatti gravi come di sangue non risulta che i dismessi da ricoveri psichiatrici risultino statisticamente più pericolosi dei 'normali' di pari ambiente e situazioni. Vedi ricerca compiuta per conto della più importante Associazione di Familiari Usa "NAMI" (è filopsichiatrica), dall'istituto universitario "Fondazione Mac Arthur" http://macarthur.virginia.edu/
(parzialm. tradotto in No!Pazzia http://www.nopazzia.it/nonpericolosi )
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Utenti, Ex utenti, Sopravvissuti ai servizi di Salute mentale (assoc. in costruzione localmente e nazionale) https://www.inventati.org/mailman/listinfo/utenti-exutenti-salutementale ---- No!Pazzia http://www.nopazzia.it - gruppo di Roma, 1 dic 002

Volantino di 5 pagine prodotto, 1 nov 002, presso la Libreria Anomalia, via dei Campani 73 – Roma -
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