Il Dubbio, 30 luglio 2016 dal sito: www.ristretti.org
Il caso di Giuseppe Uva, l'operaio morto il 14 giugno 2008, continua a
far discutere e, soprattutto la sentenza emessa dalla corte d'assise di
Varese che ha assolto i due carabinieri e i sei poliziotti dall'accusa
di omicidio preterintenzionale nel processo per la morte dell'operaio.
Il senatore del
Partito democratico Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti umani a palazzo Madama, ha reso noto di aver presentato "una interrogazione parlamentare ai ministri della Giustizia, dell'Interno e della Difesa sulle motivazioni della sentenza di assoluzione dei carabinieri e dei poliziotti imputati per la morte di Giuseppe Uva, il gruista di Varese deceduto il 14 giugno 2008 nell'ospedale cittadino, dopo essere stato trattenuto a lungo in una caserma dei carabinieri e avere subito un trattamento sanitario obbligatorio".
Partito democratico Luigi Manconi, presidente della commissione Diritti umani a palazzo Madama, ha reso noto di aver presentato "una interrogazione parlamentare ai ministri della Giustizia, dell'Interno e della Difesa sulle motivazioni della sentenza di assoluzione dei carabinieri e dei poliziotti imputati per la morte di Giuseppe Uva, il gruista di Varese deceduto il 14 giugno 2008 nell'ospedale cittadino, dopo essere stato trattenuto a lungo in una caserma dei carabinieri e avere subito un trattamento sanitario obbligatorio".
Manconi aggiunge: "Le mie perplessità sono state confermate: da quanto si legge nelle motivazioni, i carabinieri hanno commesso un sequestro di persona (un fermo illegale) ai danni di Giuseppe Uva, ma il loro comportamento è "scusabile", perché sarebbero incappati in un errore di valutazione".
"Inutile dire - prosegue il senatore - che questa sentenza, se confermata nei prossimi gradi di giudizio, creerebbe un pericoloso precedente, attraverso cui le forze di polizia sarebbero autorizzate a derogare dai dettati costituzionali, prima ancora che dalle leggi presenti nel nostro ordinamento, che tutelano la libertà personale come un bene prezioso, ovvero un diritto fondamentale e inviolabile di tutti i cittadini. Se un carabiniere o un poliziotto - conclude Manconi - non sa distinguere tra un trattenimento legittimo e uno illegale, sono davvero i cittadini a doverne fare le spese?".
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