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La lettera aperta di StopOpg:
- Al Ministro della Giustizia on. Andrea Orlando
- Al Sottosegretario alla Salute on. Vito De Filippo
- p.c. Al Commissario per il superamento OPG on. Franco Corleone Roma,
4 agosto 2016
Gentile Ministro, gentile Sottosegretario, abbiamo appreso che è
stato approvato al Senato un emendamento al Disegno di Legge 2067 (su
garanzie difensive, durata dei processi, finalità della pena ecc), che
rischia di riaprire la stagione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.
L’emendamento in questione ripristina la vecchia normativa (quindi
ante: legge 81/2014, Dpcm 1.4.2008 allegato C, Accordo Conferenza
Unificata 13.11.2011), disponendo il ricovero nelle Rems esattamente
come se fossero i vecchi Opg. Se non si
rimedia, saranno inviati nelle strutture regionali, già sature, i
detenuti con sopravvenuta infermità mentale e addirittura quelli in
osservazione psichiatrica.
Invece di affrontare il problema della legittimità delle misure di
sicurezza provvisorie decise dai Gip, e di quelle che rimangono non
eseguite, si ipotizza una violazione della legge 81 ripristinando la
logica e le pratiche dei vecchi Opg. Un disastro cui bisogna porre
riparo. Non solo si ritarda ulteriormente la chiusura degli Opg rimasti
aperti (Montelupo Fiorentino e Barcellona Pozzo di Gotto) ma così le
Residenze per le Misure di Sicurezza (Rems) diventano a tutti gli
effetti i nuovi Opg.
Si stravolge la funzione delle Rems (e le si travolgono visti i
numeri delle persone potenzialmente coinvolte), che non sarà più
“residuale”: cioè destinata ai pochi casi in cui le misure di sicurezza
alternative alla detenzione si ritiene non possano essere assolutamente
praticabili. L’obiettivo della legge 81 sulla chiusura degli Opg (e sul
superamento della loro logica) è infatti quella di far prevalere, per la
cura e la riabilitazione delle persone, progetti individuali con misure
non detentive, nel solco delle sentenze della Corte Costituzionale, la
n. 253 del 2003 e la n.367 del 2004, ispirate esplicitamente dalla legge
180 (Riforma Basaglia). Sono illuminanti a questo proposito le
riflessioni di responsabili di Dipartimenti di Salute Mentale e di Rems e
della stessa Società Italiana di Psichiatria.
Il problema che vuol risolvere l‘emendamento è garantire le cure
troppo spesso ostacolate o negate dalle drammatiche condizioni delle
carceri ? Ma Il diritto alla salute e alle cure dei detenuti non si
risolve così. Occorre che si rafforzino e si qualifichino i programmi di
tutela della salute mentale in carcere e che il Dap istituisca senza
colpevoli ritardi le sezioni di Osservazione psichiatrica e le previste
articolazioni psichiatriche. E’ grave che le persone c.d. ex art. 148 CP
siano reclusi a Reggio Emilia senza rispettare il principio della
territorialità. Semmai si devono potenziare le misure alternative alla
detenzione. Così invece, moltiplicando strutture sanitarie di tipo
detentivo dedicate solo ai malati di mente, riproduciamo
all’infinito la logica manicomiale. Il rientro di queste persone nel
carcere (o comunque nel “normale” circuito delle misure alternative alla
detenzione) serviva e serve proprio a ridimensionare il ruolo del cd
“binario parallelo”.
Ci aspettiamo un intervento deciso del Governo per rimuovere quanto
inopinatamente l’emendamento in questione ha disposto, a sostegno del
faticoso processo di superamento degli Opg.
In coerenza con quanto sin qui scritto, nell’occasione rinnoviamo la
richiesta di un provvedimento che eviti l’invio di persone con misura di
sicurezza provvisoria nelle Rems, destinandole ai prosciolti
definitivi.
In attesa di riscontro, inviamo cordiali saluti.
p. il Comitato nazionale stopOPG Stefano Cecconi, Giovanna Del Giudice, Patrizio Gonnella, Vito D’Anza
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