Cari amici, in Germania, Svizzera, Austria e Italia, le grandi organizzazioni psichiatriche stanno promuovendo un amministrazione dell'elettroshock precoce e conseguente "mantenimento", così dice una dichiarazione ufficiale dell'Organizzazione Psichiatrica Tedesca (DGPPN) dell'11/6/2012
(Il cappellaio matto)
La terapia
elettroconvulsivante (TEC): le società psichiatriche di quattro
paesi ne esortano l’utilizzo tempestivo ed appropriato
Negli ultimi decenni la
psicoterapia e la farmacoterapia
hanno conseguito grandi progressi nel trattamento delle malattie mentali gravi. Allo stesso tempo è sempre più evidente che non tutti i pazienti rispondono in modo adeguato a queste terapie, anche quando l’applicazione è ottimale. Con la terapia elettroconvulsivante (TEC) abbiamo a disposizione un metodo terapeutico integrativo, specialmente per disturbi depressivi, ma anche per le psicosi schizofreniche; spesso si ottengono risultati eccellenti persino in pazienti gravemente ammalati. Sotto la competenza della relazione “Procedimenti di stimolazione eseguiti in clinica psichiatrica”, quattro aziende specializzate in Germania, Austria, Tirolo e Svizzera, di seguito elencate, con una presa di posizione vogliono porre l’attenzione sulle evidenze scientifiche e le direttive vigenti. Insieme si stanno attivando per un tempestivo ed adeguato impiego della TEC. Solo così si potrà utilizzare in modo ottimale questo metodo terapeutico, onde evitare la cronicizzazione di episodi patologici.
hanno conseguito grandi progressi nel trattamento delle malattie mentali gravi. Allo stesso tempo è sempre più evidente che non tutti i pazienti rispondono in modo adeguato a queste terapie, anche quando l’applicazione è ottimale. Con la terapia elettroconvulsivante (TEC) abbiamo a disposizione un metodo terapeutico integrativo, specialmente per disturbi depressivi, ma anche per le psicosi schizofreniche; spesso si ottengono risultati eccellenti persino in pazienti gravemente ammalati. Sotto la competenza della relazione “Procedimenti di stimolazione eseguiti in clinica psichiatrica”, quattro aziende specializzate in Germania, Austria, Tirolo e Svizzera, di seguito elencate, con una presa di posizione vogliono porre l’attenzione sulle evidenze scientifiche e le direttive vigenti. Insieme si stanno attivando per un tempestivo ed adeguato impiego della TEC. Solo così si potrà utilizzare in modo ottimale questo metodo terapeutico, onde evitare la cronicizzazione di episodi patologici.
Società partecipanti:
Società Tedesca per la
Psichiatria, Psicoterapia e Neurologia (DGPPN);
Società Italiana di
Psichiatria del Trentino Alto Adige (SIP);
Società Austriaca per la
Psichiatria e la Psicoterapia (ÖGPP);
Società Svizzera di
Psichiatria e Psicoterapia (SGPP)
Sviluppo e
stato della terapia elettroconvulsivante
Nei suoi quasi 75 anni di
storia la terapia elettroconvulsivante (TEC) ha continuato ad essere
sviluppata attraverso innovazioni tecniche e misure di garanzia della
qualità: rispetto alla fase iniziale della TEC, l’area terapeutica
è ora circoscritta in modo più preciso e la sua esecuzione è
riservata esclusivamente ai medici. In quanto intervento medico, la
posizione giuridica prevede l’obbligatorietà del consenso
informato del paziente o del suo rappresentante legale. L’anestesia
breve e il rilassamento muscolare, le tecniche moderne di
monitoraggio, le misure di sostegno anestesiologiche e i paradigmi di
stimolazione protettiva, hanno migliorato in modo cospicuo il profilo
della sicurezza che riguarda la TEC. In particolare, attraverso
queste misure è stato possibile ridurre significativamente gli
effetti collaterali cognitivi. Attualmente il rischio di
complicazioni non si differenzia quasi da una qualsiasi anestesia
breve. Lo standard clinico moderno, insieme alla sua buona efficacia
in disturbi altrimenti resistenti alle terapie, conferiscono alla TEC
una grande validità nel trattamento di gravi disturbi mentali
(Shorter 1997, Conca et al. 2004, DGPPN et al. 2010).
L’ipotesi di base di
Ladislas Medunas, relativa al meccanismo d’azione che costituisce
l’agente terapeutico della TEC, e cioè la crisi convulsiva
generalizzata, è valida ancora oggi. Ogni tentativo di modificare
questa componente chiave del metodo, è stato pagato con la perdita
dell’effetto terapeutico. La TEC può essere applicata ad una gamma
molto ampia di sindromi (Swartz 2009, Baghai et al. 2004).
L’accettazione
di questa procedura, stigmatizzata in passato, sta gradualmente
incrementando nei paesi di lingua tedesca. In Germania quasi la metà
delle cliniche psichiatriche applicano il metodo e il numero dei
trattamenti è aumentato negli ultimi 13 anni di 2,5 volte (Loh et
al. 2011, Müller et al. 1998). Sviluppi simili sono verificabili
anche nei paesi vicini: in Austria il numero dei centri per la TEC è
aumentato da 7 a 11 e in Alto Adige sono sorti due centri nel settore
pubblico. Intorno agli anni ’90 in tre regioni italiane ci sono
state azioni politiche volte ad ottenere la proibizione della TEC,
che tuttavia nel 2002 la Corte Suprema di Cassazione ha rigettato
come incostituzionale. La sentenza era stata motivata dal fatto che
l’accesso a una terapia basata su delle evidenze non può essere
eliminata e preclusa ai pazienti. Contemporaneamente, la Corte
Suprema di Cassazione Italiana, ha sollecitato gli esperti di settore
perché prendessero delle decisioni secondo criteri scientifici
rispetto a specifiche interpellanze negli organismi professionali, e
di non demandarle alla giurisprudenza.
In
Svizzera la situazione è molto eterogenea, data la struttura dei
cantoni. In alcuni cantoni (Aargau, Appenzell, Ausseroden, Bern,
Wallis, Zurich, Zug) il consenso rispetto alla procedura è
abbastanza ampio, mentre in altri cantoni come Basel-Stadt e Vaud,
l’atteggiamento nei confronti della TEC è più riservato, mentre
nei cantoni di Genf e Jura il clima politico nei confronti della TEC
è oppositivo. Nel contesto internazionale, nonostante il consenso
sia in crescita, viene applicato più raramente nei paesi di lingua
tedesca rispetto ad altri paesi industrializzati come Australia,
Danimarca, Gran Bretagna e Stati Uniti.
Indicazioni
della terapia elettroconvulsivante, basate sull’evidenza
Attualmente la TEC viene
impiegato soprattutto per il trattamento degli episodi depressivi
maggiori e per la loro profilassi. Ad oggi esiste un numero
significativo di pazienti che risponde adeguatamente agli
psicofarmaci antidepressivi e alla psicoterapia (Gaynes et al. 2009).
La piena remissione della depressione e il mantenimento della
remissione devono rappresentare gli obiettivi principali della TEC
(DGPPN et al. 2010). Si ritiene la TEC indicata se:
- si è in presenza di condizioni vitali gravi, come il pericolo di vita (a causa della rapidità di azione e dell’alto tasso di risposta, la TEC è particolarmente indicato in presenza di depressione con tendenza al suicidio e con sintomi psicotici);
- la TEC comporta meno rischi rispetto alla terapia farmacologica (ad esempio in età avanzata, durante la gravidanza o in caso di intolleranza ai farmaci);
- la TEC era stata d’aiuto al paziente già in passato, o se il paziente privilegia la TEC nel contesto di un’indicazione specialistica;
- si è in presenza di resistenza alla terapia (almeno due trattamenti effettuati a regola d’arte con antidepressivi appartenenti a diverse classi di principi attivi, che non hanno apportato alcun miglioramento).
(Contributo
scientifico dell’Associazione Medica Federale 2003, Payne e Prudic
2009, DGPPN et al. 2010).
Ulteriori indicazioni per
la TEC sono le catatonie e le patologie schizofreniche resistenti
alle terapie (Associazione Medica Federale - 2003). Contrariamente
alle suddette esortazioni, in Germania, in Austria, in Svizzera e in
Italia, la TEC viene ancora impiegata come ultima ratio. Come
conseguenza, ai pazienti viene somministrata la TEC quando vengono
considerati incurabili con altri metodi terapeutici. Questa massima è
purtroppo stata interiorizzata da molti operatori medici e non medici
appartenenti al personale psichiatrico, dai pazienti e dalla
popolazione in generale, e questo ritarda l’impiego della TEC per
mesi o per anni. Dal momento che la durata dell’episodio e il
numero dei tentativi terapeutici falliti vengono considerati come
fattori predittivi negativi per un ulteriore trattamento (Kho et al.
2005), e che la TEC rappresenta un’opzione terapeutica molto
promettente (UK ECT Review Group 2003, DGPPN et al. 2010, Folkerts
2011), dovrebbe essere utilizzata tempestivamente e coerentemente.
Perché
si deve superare l’impiego dell’ECT come ultima ratio?
In considerazione dei
dati esistenti, l’intervento tardivo della TEC, o persino la
completa rinuncia a questa opzione terapeutica, devono essere
ritenuti problematici. In presenza di gravi processi patologici, si
deve pretendere dal punto di vista scientifico, un’ informazione
tempestiva ed adeguata per quanto riguarda la terapia alternativa
della TEC. In Germania, Italia e Austria esistono leggi e giudizi che
rendono molto attaccabile un trattamento di pazienti a cui non
vengono date adeguate informazioni su terapie alternative come la
TEC. Per quanto riguarda la giustizia pratica, questo vale anche per
la Svizzera, anche se i fondamenti giuridici si differenziano da
cantone a cantone. Perciò il medico ha il dovere di dare
informazioni sulla possibilità della TEC, appena rappresenta
un’opzione terapeutica promettente.
Informazione precoce
significa che i pazienti con episodi depressivi dovrebbero essere
informati della possibilità della TEC al più tardi dopo essere
stati inutilmente sottoposti a due trattamenti con antidepressivi e
psicoterapia, secondo gli standard. Le terapie che precedono la TEC
devono essere eseguite correttamente, ma ragionevolmente limitate nel
tempo. I pazienti depressi con delirio o con depressione acuta,
dovrebbero essere informati già all’inizio della terapia sulla
possibilità della TEC. Anche i pazienti schizofrenici con
sintomatologia affettiva o positiva, dovrebbero essere informati
tempestivamente su questa opportunità, dopo l’insuccesso della
terapia farmacologica. Una spiegazione adeguata richiede che il
medico abbia una conoscenza di base della TEC e che sia disponibile
al metodo. Dovrebbe trasmettere al paziente entrambe le cose. Non di
rado i pazienti vengono a conoscenza dell’opzione dell’ECT solo
dopo aver fatto delle ricerche su internet e invece che ricevere
informazioni da parte di professionisti, chiedono di propria
iniziativa nei reparti psichiatrici se possono essere sottoposti a
questa terapia.
Spesso
viene sprecato tempo prezioso con sperimentazioni terapeutiche dagli
algoritmi complessi, che si basano su elementi sospetti. Al tempo
stesso la prognosi peggiora con una crescente durata della malattia.
Invece per quanto riguarda la TEC, si manifestano, soprattutto nei
pazienti depressi resistenti ai trattamenti terapeutici, tassi di
risposta di oltre il 50%. A parte poche limitazioni, la TEC è adatta
e non presenta problemi nell’ambito di un piano trattamentale
generale, in combinazione con una terapia con psicofarmaci e la
psicoterapia. Inoltre è dimostrato che la TEC riduce la resistenza
al trattamento psichiatrico.
Anche
dal punto di vista psicoterapeutico per il paziente può essere molto
limitante se viene informato sulla TEC quale ultima ratio, o se
percepisce intuitivamente un contesto simile. Chiunque a cui venga
esplicitamente offerta una terapia come ultima ratio, deve
conseguentemente porsi la domanda: cosa mi succederà se anche
quest’ultima possibilità non funzionerà? L’applicazione
dell’ECT come ultima ratio favorisce modelli di pensiero
fatalistici e l’associazione alla cronicità così come a
sentimenti di disperazione e senza via d’uscita.
Come
si può raggiungere un
impiego della TEC basata
su prove?
In
generale, il paziente dovrebbe essere informato precocemente e
adeguatamente circa la TEC, indipendentemente dal setting
terapeutico, dal luogo di residenza e le condizioni particolari del
pretrattamento. Allo stesso tempo dovrebbero essere disponibili
sufficienti TEC su tutto il territorio, valicando i settori e senza
eccessivi tempi di attesa. Nei quattro paesi menzionati ci sono dei
deficit diversificati, che le società scientifiche coinvolte stanno
analizzando in dettaglio tramite un sondaggio.
Un’informazione adeguata sulla TEC nell’attuale formazione
specialistica in Germania, in Italia e in Austria, che ricopra tutto
il territorio, non è garantita. In Austria la TEC è perlomeno
integrata nelle lezioni teoriche.
In
Germania, nei seminari del modello di formazione attualmente valido,
vengono prescritte “le procedure terapeutiche farmacologiche e
somatici, con esercizi pratici”, senza nominare esplicitamente la
TEC. Poiché molti ospedali psichiatrici non offrono questo
trattamento, i deficit sono programmati. Pertanto una formazione
strutturata, teorica e pratica, dovrebbe essere integrata nella
specializzazione medica. Inoltre non possono mancare le procedure nel
materiale didattico e nelle lezioni per gli studenti di medicina.
Fino a che queste misure saranno attuate, è importante informare sul
procedimento i potenziali destinatari, attraverso corsi e altri
media. I congressi offrono un’ottima opportunità, ma anche eventi
locali organizzati dai centri TEC possono servire come opportunità
di formazione. Particolare importanza è una rappresentazione
adeguata della TEC nei libri di testo e negli algoritmi terapeutici.
Nonostante un'intensa attività di ricerca sul meccanismo della TEC
(Swartz, 2009), il rapporto tra l'innesco di una convulsione e il
miglioramento della malattia mentale non sono ancora noti. È ovvio
che la conoscenza del meccanismo di azione aumenterebbe
l'accettazione del metodo trattamentale. Pertanto sono urgentemente
necessari ulteriori sforzi scientifici per informare sui meccanismi
d'azione.
Misure
per un utilizzo della TEC basate sull’evidenza
·
educazione tempestiva ed adeguata per pazienti, parenti e badanti;
·
formazione strutturata teoricamente e praticamente per i medici in
aggiornamento;
·
conoscenze teoriche e pratiche per gli studenti di medicina;
·
offerte di formazione continua nei congressi psichiatrici;
·
una sufficiente rappresentatività nei libri di testo e negli
algoritmi terapeutici;
·
ricerca intensiva sul meccanismo di azione
Letteratura:
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Baghai T, Möller H, Frey R, and Kasper S. 2004.
Elektrokonvulsionstherapie: Klinische und wissenschaftliche Aspekte.
1. Auflage, Springer, Wien.
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Conca A, Hinterhuber H, Prapotnik M, Geretsegger C, Frey R, Hausmann
A, Hofmann P, Kasper S, Knoflach-Rei chart C, Lahousen T, König P,
Nemes C, Pramsohler B, Rittmansberger H, Wagner W, and Pycha R. 2004.
Die Elektroktampftherapie: Theorie und Praxis. Neuropsychiatrie
18(1):1-17.
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DGPPN, BÄK, KBV, AWMF (Hrsg.). 2010. Nationale Versorgungsleitlinie
Unipolare Depression. 1. Auflage, Springer, Berlin, Heidelberg, New
York.
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Folkerts HW. 2011. Elektrokrampftherapie: Indikation, Durchführung
und Behandlungsergebnisse.
Nervenarzt
82(1), 93-102.
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Gaynes BN, Warden D, Trivedi MH, Wisniewski SR, Fava M, Rush AJ.
2009. What did STAR*D teach us? Results from a large-scale,
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zur Elektrokrampftherapie(EKT) als psychiatrische
Behandlungsmaßnahme. Dtsch Arztebl 100(8): A 504-506.
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Michael Grözinger (Aachen/Deutschland), Andreas Conca
(Bozen/Italien), Jan DiPauli (Rankweil/Österreich), Fritz Ramseier
(Brugg/Schweiz) für das länderübergreifende Referat „Klinisch
angewandte Stimulationsverfahren in der Psychiatrie“ der DGPPN in
Zusammenarbeit mit der SIP, der ÖGPP und der SGPP
Traduzione a cura di Erveda Sansi
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