Alice Banfi ha attraversato la follia e il riscatto riuscendo a parlarne in due straordinari romanzi autobiogafici."tanto scappo lo stesso" "sottovuoto"
Da Stampa Alternativa
ALICE NEL PAESE DEI MATTI
E’ iniziato il tour di presentazioni della nostra autrice Alice Banfi, fresco di stampa il suo Sottovuoto che, come il precedente romanzo biografico Tanto scappo lo stesso, attraversa follia e riscatto raccontandoli in prima persona e soprattutto in presa diretta. Due straordinari romanzi che saranno presentati da Modena a Milano a Genova ecc. insieme a giornalisti ed esperti del settore sanitario psichiatrico.
Alice racconta dei luoghi della follia e della follia dei luoghi: cliniche, comunità, reparti di psichiatria.
Il sogno di bambina di Alice era diventare pittrice. Col tempo il sogno si trasforma in rabbia che riversa per lo più su se stessa con l’alcol, l’anoressia, picchiandosi e infliggendosi tagli sempre più profondi.
Arriva al primo ricovero in un reparto di psichiatria. Si chiude la porta e il mondo rimane fuori. Un micro mondo a forma di corridoio le si presenta, per ogni porta una personaggio, un matto, una diversa umanità. È raccontandosi che l’autrice permette di sbirciare dal buco della superblindata serratura e vedere piccole gioie e grandi disperazioni di chi quei luoghi li conosce e li vive.
La storia di Alice è un piccolo grande miracolo, ma del tutto reale. Insieme alle sue sofferenze e disavventure, si aprono anche degli squarci di commovente umanità e speranza. Se è vero che la maggioranza delle strutture per “i matti” in Italia, sono ancora del tutto inadeguate, è pur vero che esistono alcune, pochissime, strutture che invece hanno un approccio completamente diverso con la cura e la terapia del disagio mentale e lì Alice e alcuni suoi compagni di viaggio riescono a trovare una salvifica via di uscita. Una vita nuova, fatta di gioia e non solo di dolore.
Alice racconta dei luoghi della follia e della follia dei luoghi: cliniche, comunità, reparti di psichiatria.
Il sogno di bambina di Alice era diventare pittrice. Col tempo il sogno si trasforma in rabbia che riversa per lo più su se stessa con l’alcol, l’anoressia, picchiandosi e infliggendosi tagli sempre più profondi.
Arriva al primo ricovero in un reparto di psichiatria. Si chiude la porta e il mondo rimane fuori. Un micro mondo a forma di corridoio le si presenta, per ogni porta una personaggio, un matto, una diversa umanità. È raccontandosi che l’autrice permette di sbirciare dal buco della superblindata serratura e vedere piccole gioie e grandi disperazioni di chi quei luoghi li conosce e li vive.
La storia di Alice è un piccolo grande miracolo, ma del tutto reale. Insieme alle sue sofferenze e disavventure, si aprono anche degli squarci di commovente umanità e speranza. Se è vero che la maggioranza delle strutture per “i matti” in Italia, sono ancora del tutto inadeguate, è pur vero che esistono alcune, pochissime, strutture che invece hanno un approccio completamente diverso con la cura e la terapia del disagio mentale e lì Alice e alcuni suoi compagni di viaggio riescono a trovare una salvifica via di uscita. Una vita nuova, fatta di gioia e non solo di dolore.
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