Vi
scriviamo per informarvi sulla situazione relativa al Progetto del
Protocollo Aggiuntivo (Draft Additional Protocol) alla Convenzione di
Oviedo, che sta mettendo in pericolo i diritti di tutti gli utenti, ex-utenti e
sopravvissuti alla psichiatria, negli Stati membri del CoE (Consiglio d'Europa). Facciamo
appello a voi tutti perché vi uniate a noi nelle azioni contro il
Progetto del Protocollo Aggiuntivo.
Qual è il “Progetto di Protocollo Aggiuntivo sulla protezione dei diritti umani e della dignità delle persone con disturbo mentale in riferimento al ricovero e al trattamento sanitario obbligatorio”, proposto attualmente dal Consiglio d'Europa?
L’obiettivo
di questo Progetto di Protocollo è di sviluppare ulteriormente, in uno
strumento giuridicamente vincolante, le disposizioni dell’articolo 7
della Convenzione sui diritti umani e la biomedicina, e quelle
dell’articolo 5, paragrafo 1, lettera e), della Convenzione europea dei
diritti dell’uomo. In parole povere, lo scopo del Progetto di Protocollo
è quello di stabilire gli standard per il trattamento sanitario
obbligatorio in psichiatria e di integrarli nella legislazione sui
diritti umani sancita dal Consiglio d’Europa.
Il testo del precedente progetto di protocollo del 2015 e i commenti ricevuti durante la consultazione pubblica si trovano qui [1]
In che modo è stato avviato il Progetto di Protocollo Aggiuntivo?
La decisione di elaborare uno strumento giuridicamente vincolante in riferimento alla “Protezione dei Diritti umani e della dignità delle persone con disturbi mentali, per quanto riguarda il ricovero e il trattamento sanitario obbligatorio”, è stata presa sulla base di osservazioni del Comitato Direttivo per la Bioetica (CDBI), che ha trovato un vuoto giuridico in alcuni Stati membri del Consiglio d’Europa, per l’attuazione della Raccomandazione (2004) 10 sulla protezione dei diritti umani e della dignità delle persone con disturbi mentali. Tuttavia, questa raccomandazione è stata sviluppata prima della CRPD (Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità), e si basa su standard ormai obsoleti che sono contrari alla CRPD delle Nazioni Unite.
Perché il progetto di protocollo aggiuntivo mette in pericolo i nostri diritti:
- Il Progetto di Protocollo Aggiuntivo rappresenta un tentativo di ignorare gli standard della CRPD delle Nazioni Unite, e di mantenere lo status quo in psichiatria;
- Questo Progetto di Protocollo è estremamente problematico in relazione alla non discriminazione, all’uguale riconoscimento dinanzi alla legge, alla libertà e alla sicurezza delle persone, al diritto alla salute e al divieto di tortura e maltrattamenti:
- Il Progetto di Protocollo è di per sé di carattere discriminatorio: solo le persone con “disturbo mentale” possono essere detenute con la forza e sottoposte a trattamento coercitivo, con la motivazione della prevenzione dei rischi;
- Sia l’approccio generale, che il linguaggio utilizzati nel Progetto di Protocollo Aggiuntivo, riflettono il vecchio modello medico della disabilità, nel quale le persone erano considerate oggetti di cura piuttosto che titolari di diritti;
- Questo Progetto di Protocollo Aggiuntivo autorizza la detenzione nel campo della salute mentale e il trattamento psichiatrico non consensuale. Il titolo stesso del Progetto di Protocollo è scritto nel linguaggio medico e si riferisce al ricovero e al trattamento sanitari involontari, come se fossero standard e pratiche accettabili. Questo approccio è in contrasto con la Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità (CRPD), che chiede che si ponga termine al ricovero e ai trattamento involontari;
- I trattamenti e il ricovero involontari nel Progetto di Protocollo sono considerati come una forma di “terapia” o “cura”;
- Il Progetto del Protocollo rende possibile impedire alla persona la comunicazione con una persona di fiducia da lei scelta e con altre persone e organismi, dicendo semplicemente che tale comunicazione “non deve essere limitata irragionevolmente”. Non è necessario dire che ciò che è “ragionevole” è soggetto all’opinione di uno psichiatra;
- Nell’elaborazione e nella stesura di questo documento, contrario all'articolo 4 (3) del CRPD, c’è stata una totale mancanza di coinvolgimento significativo e di consultazione delle organizzazioni delle persone con disabilità, e in particolare delle organizzazioni che rappresentano le persone con disabilità psicosociali;
- Questo Progetto di Protocollo è contrario alle disposizioni della CRPD delle Nazioni Unite e alla sua interpretazione da parte del Comitato CRPD delle Nazioni Unite, nonché alla recente giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell'uomo a Strasburgo, la cui giurisdizione è riconosciuta da tutti i membri del Consiglio d’Europa stesso.
Possibili conseguenze
È necessario sapere che l'accettazione da parte degli Stati membri del Consiglio d'Europa del Progetto di Protocollo Aggiuntivo porterà a confusione tra i responsabili politici e a un ritardo significativo, se non il pieno arresto, delle riforme della salute mentale che sono già in corso. Pertanto, in nessun caso contribuirà alla protezione dei diritti umani delle persone con “disturbi mentali”, ma piuttosto sosterrà lo status quo caratterizzato da squilibri di potere e continuerà a disattendere i reali bisogni delle persone con disabilità psicosociali, e porterà alla continuazione delle violazioni dei diritti umani in ambito psichiatrico. L’adozione del Progetto di Protocollo porterà a confusione anche in campo giuridico, creando norme contrastanti in cui i “diritti umani europei” saranno di qualità inferiore rispetto agli standard dei diritti umani a livello internazionale. Molti tribunali nazionali basano le loro decisioni su strumenti di questo tipo, approvati dal Consiglio d’Europa e dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, i cui precedenti giurisprudenziali cambierebbero conseguentemente, proprio quando si erano già progressivamente sempre più spesso basati su riferimenti diretti alle disposizioni della CRPD delle Nazioni Unite.
È necessario sapere che l'accettazione da parte degli Stati membri del Consiglio d'Europa del Progetto di Protocollo Aggiuntivo porterà a confusione tra i responsabili politici e a un ritardo significativo, se non il pieno arresto, delle riforme della salute mentale che sono già in corso. Pertanto, in nessun caso contribuirà alla protezione dei diritti umani delle persone con “disturbi mentali”, ma piuttosto sosterrà lo status quo caratterizzato da squilibri di potere e continuerà a disattendere i reali bisogni delle persone con disabilità psicosociali, e porterà alla continuazione delle violazioni dei diritti umani in ambito psichiatrico. L’adozione del Progetto di Protocollo porterà a confusione anche in campo giuridico, creando norme contrastanti in cui i “diritti umani europei” saranno di qualità inferiore rispetto agli standard dei diritti umani a livello internazionale. Molti tribunali nazionali basano le loro decisioni su strumenti di questo tipo, approvati dal Consiglio d’Europa e dalla Corte europea dei diritti dell’uomo, i cui precedenti giurisprudenziali cambierebbero conseguentemente, proprio quando si erano già progressivamente sempre più spesso basati su riferimenti diretti alle disposizioni della CRPD delle Nazioni Unite.
Cosa si può fare?
Dopo aver dedicato, a partire dal 2014, una quantità significativa di tempo, di sforzi e di finanziamenti, nel tentativo di influenzare la stesura di questo Protocollo Aggiuntivo insieme ad altri alleati e parti interessate, ENUSP (Rete Europea di (ex)-utenti e sopravvissuti alla psichiatria), crede fermamente che nessun miglioramento nella formulazione del testo del Progetto di Protocollo Aggiuntivo possa cambiare la situazione. Abbiamo più volte fatto appello [2], in seno al Comitato, sia di persona che per iscritto, per recedere da questo Progetto di Protocollo, e molte altre organizzazioni hanno fatto lo stesso, tra cui il Forum europeo sulle disabilità (EDF), Mental Health Europe (MHE), l’OHCHR, il Comitato CRPD delle Nazioni Unite, relatore speciale per i diritti delle persone con disabilità, MDAC, Human Rights Watch e altri. Nonostante tutte le argomentazioni avanzate, il Comitato per la bioetica (DH-BIO) ha continuato a lavorare sul Progetto di Protocollo. In questa fase sembra chiaro che nessun ulteriore commento e consultazione possono migliorare il processo, e che è necessario rivolgersi direttamente a tutte le parti interessate a livello nazionale ed europeo, inclusi i nostri membri.
La prossima discussione del progetto di protocollo aggiuntivo del comitato di bioetica (DH-BIO) è prevista per il 23-25 maggio 2018 in vista della decisione di inviarlo per il parere ad altri organi / comitati del Consiglio d'Europa. Ai membri del DH-BIO è stato richiesto di inviare i loro commenti sul progetto di testo entro il 27 aprile 2018. Dopo questa fase, l'Assemblea Generale del Consiglio d'Europa voterà sull'opportunità o meno di adottare questo Progetto di Protocollo Aggiuntivo prima della fine di questo anno.
Vi consigliamo di contattare i membri del Comitato per la bioetica nel vostro paese, in qualsiasi modo appropriato, e far loro sapere che il progetto di protocollo aggiuntivo non è compatibile con il CRPD delle Nazioni Unite e non ci proteggerà dalla violazione dei nostri diritti. In allegato troverete una bozza di lettera come suggerimento sul tipo di argomenti che potete proporre. Inoltre, sarebbe opportuno rivolgersi ad altri interlocutori, nei vostri paesi, che devono votare sul progetto di Protocollo Aggiuntivo o che possono unirsi a noi come alleati, vale a dire:
Dopo aver dedicato, a partire dal 2014, una quantità significativa di tempo, di sforzi e di finanziamenti, nel tentativo di influenzare la stesura di questo Protocollo Aggiuntivo insieme ad altri alleati e parti interessate, ENUSP (Rete Europea di (ex)-utenti e sopravvissuti alla psichiatria), crede fermamente che nessun miglioramento nella formulazione del testo del Progetto di Protocollo Aggiuntivo possa cambiare la situazione. Abbiamo più volte fatto appello [2], in seno al Comitato, sia di persona che per iscritto, per recedere da questo Progetto di Protocollo, e molte altre organizzazioni hanno fatto lo stesso, tra cui il Forum europeo sulle disabilità (EDF), Mental Health Europe (MHE), l’OHCHR, il Comitato CRPD delle Nazioni Unite, relatore speciale per i diritti delle persone con disabilità, MDAC, Human Rights Watch e altri. Nonostante tutte le argomentazioni avanzate, il Comitato per la bioetica (DH-BIO) ha continuato a lavorare sul Progetto di Protocollo. In questa fase sembra chiaro che nessun ulteriore commento e consultazione possono migliorare il processo, e che è necessario rivolgersi direttamente a tutte le parti interessate a livello nazionale ed europeo, inclusi i nostri membri.
La prossima discussione del progetto di protocollo aggiuntivo del comitato di bioetica (DH-BIO) è prevista per il 23-25 maggio 2018 in vista della decisione di inviarlo per il parere ad altri organi / comitati del Consiglio d'Europa. Ai membri del DH-BIO è stato richiesto di inviare i loro commenti sul progetto di testo entro il 27 aprile 2018. Dopo questa fase, l'Assemblea Generale del Consiglio d'Europa voterà sull'opportunità o meno di adottare questo Progetto di Protocollo Aggiuntivo prima della fine di questo anno.
Vi consigliamo di contattare i membri del Comitato per la bioetica nel vostro paese, in qualsiasi modo appropriato, e far loro sapere che il progetto di protocollo aggiuntivo non è compatibile con il CRPD delle Nazioni Unite e non ci proteggerà dalla violazione dei nostri diritti. In allegato troverete una bozza di lettera come suggerimento sul tipo di argomenti che potete proporre. Inoltre, sarebbe opportuno rivolgersi ad altri interlocutori, nei vostri paesi, che devono votare sul progetto di Protocollo Aggiuntivo o che possono unirsi a noi come alleati, vale a dire:
- Rappresentanti del Ministero della salute
- Rappresentanti del Ministero degli Affari esteri
- Mediatore (Ombudsperson) del vostro paese
- Il meccanismo nazionale per la prevenzione della tortura del vostro paese
- Il Consiglio nazionale per la disabilità
- RPD (Responsabile della Protezione dei dati)
- Associazioni di Avvocati.
- Organizzazioni che lavorano in ambito della salute mentale.
- Organizzazioni che lavorano in favore dei diritti delle persone LGBT.
- Altre organizzazioni che lavorano in favore dei diritti di gruppi vulnerabili.
L’elenco è aperto e viene fornito solo come suggerimento. Fateci sapere se avete in mente altri stakeholders (portatori di interesse) chiave e potenziali, che possono essere contattati.
Noi speriamo che questo memorandum vi abbia convinti dell’urgente necessità di combattere questo Progetto di Protocollo Aggiuntivo sulla “Protezione dei Diritti umani e della dignità delle persone con disturbi mentali, per quanto riguarda il ricovero e il trattamento sanitario obbligatori”, in quanto rappresenterebbe un passo indietro in termini di progressi che abbiamo fatto, e pensiamo di fare ancora in futuro, da quando è stato adottato la CRPD delle Nazioni Unite, come la capacità legale in tutti i casi, la libertà in generale e la libertà dalla tortura e da altri maltrattamenti, e il diritto all’assistenza sanitaria basato sulla libertà e il consenso informato. ENUSP sottolinea che il Progetto del Protocollo Aggiuntivo deve essere revocato e sostituito con uno strumento che sostenga e porti alla piena attuazione della CRPD delle Nazioni Unite, in tutti gli aspetti dell’assistenza sanitaria e dell’assistenza sociale, in tutta Europa, compreso il passaggio dall’esclusione all' inclusione, e il passaggio dalla coercizione alla vera assistenza nell’ambito della salute mentale.
Non dovrebbe esserci un sistema di diritti umani “a due binari” basato sulla CRPD delle Nazioni Unite e sugli strumenti adottati dal Consiglio d’Europa. Con la possibile adozione del Progetto di Protocollo Aggiuntivo, i governi avrebbero una scusa formale per non attuare le importanti riforme ancora necessarie, consentendo in tal modo gravi violazioni dei diritti umani nei confronti di persone con disabilità psicosociali, continuando e generare conflitti tra i diversi sistemi giuridici che disciplinano i diritti umani in tutto il mondo.
Per fortuna il Portogallo ha dichiarato ufficialmente che non voterà a favore di questo Progetto di Protocollo ed è l’unico Stato membro del Consiglio d’Europa che ha avanzato questa posizione. Tuttavia, quando uno Stato membro ritira il sostegno, è molto più facile per gli altri Stati seguirlo.
ENUSP conta su di voi per agire con urgenza contro il Progetto di Protocollo nel vostro paese e rimaniamo a disposizione per eventuali domande e/o supporto a tale riguardo.
Per favore aiutateci a difendere il nostro comune sogno europeo dei pieni diritti umani per ogni cittadino europeo.
Olga Kalina
Chair
ENUSP - European Network of (Ex)Users and Survivors of Psychiatry
Vesterbrogade 103, 1.sal
1620 Copenhagen, Denmark
enusp.info@gmail.com / www.enusp.org
[1]https://www.coe.int/en/web/bioethics/news/-/asset_publisher/EV74osp47zWZ/content/public-consultation-on-a-working-document?inheritRedirect=false
[2]See: Joint letter https://mhe-sme.org/statement-of-enusp-and-mental-health-europe-on-additional-protocol/
And ENUSP submissions:http://enusp.org/wp-content/uploads/2016/03/ENUSP_response-to-draft-Protocol-Oviedo_2017.pdf, http://enusp.org/wp-content/uploads/2016/03/ENUSP_response-to-draft-Protocol-Oviedo_involuntary-2015.pdf
In francese:
RispondiEliminahttps://depsychiatriser.blogspot.fr/2018/05/appel-pour-labandon-du-protocole.html
La lettera aperta indirizzata ai membri francesi del comitato di bioetica DH BIO del Consiglio d'Europa:
http://enusp.org/wp-content/uploads/2018/04/Lettre-aux-membres-fran%C3%A7ais-Comit%C3%A9-DH-BIO-26-04-18.pdf