Campagna per il sostegno dell’Abolizione
totale dei trattamenti e dei ricoveri obbligatori, in applicazione del CRPD
dell’ONU
Aix-en-Provence-Maltraitance-Psychiatrie-Négligence-Dignité
Campagne pour soutenir l’Abolition totale des soins et de l’hospitalisation sans consentement en application de la CDPH de l’ONU
Photo de Nathalie prise le mois d'août 2012 Pont de l'Arc, Aix-en-Provence |
http://depsychiatriser.blogspot.fr/2016/03/contribution-de-mhamed-el-yagoubi-la.html
Nathalie
Dale. Nata il 21 Maggio 1970 a Cagnes-sur-Mer. Francia.
Morta
il 31 Gennaio 2014 a Aix-en-Provence. Francia.
Causa:
Insufficienza respiratoria per sovraccarico di farmaci, in base al certificato
rilasciato dal servizio di medicina legale del 03/02/2014.
1
- Distrutta da un trattamento psichiatrico non solo inefficace, ma nocivo e
letale nella sua posologia a lungo termine.
2 -
Traumatizzata dal sequestro brutale del suo bambino, appena dopo il parto il 30
marzo 2010, alle ore 10:00, da parte del giudice, con la complicità dello
psichiatra e dei suoi collaboratori dell’Ospedale Montperrin (Aix-en-Provence).
Non ha mai visto il suo bambino. L’ha riconosciuto nella sua dichiarazione
amministrativa e gli ha dato un nome.
3 –
E’ stata espropriata dai suoi assegni da parte dei mandatari delegati del
“servizio giuridico per la protezione degli adulti”.
4
– Ricovero obbligatorio con un ordine prefettizio del 19 ottobre 2010, non
basato su un’indagine preliminare, ma su una petizione di una parte del
vicinato dal comportamento malevolo, che ha approfittato della sua
vulnerabilità. Sarebbe stata salvata se
i servizi in questione fossero stati animati da un po’ di umanità e avessero
preso in considerazione le numerose segnalazioni che avevo loro inviato come
ex-marito e compagno. Forse sono anch’essi vittime di un sistema mostruoso
e incontrollabile. In relazione a questo arresto illecito, in totale violazione
dei suoi diritti e della sua dignità, è stato inviato un rapporto scritto alla
prefettura (Agenzia Regionale Sanitaria) il 14 marzo 2011.
Nel
caso di Nathalie il mancato rispetto dei diritti umani dei pazienti con
disabilità psicosociali presenta aspetti molto oscuri: il maltrattamento
psichiatrico e l’abuso della tutela e della curatela.
Nathalie
è stata posta sotto curatela rafforzata l’8 Aprile 2010, quando era stata
ricoverata all’ospedale di Montperrin. Non era stata consultata per un parere.
L’abuso della sua fragilità e dello stato di gravidanza, rappresentano senza
alcun dubbio una violazione dei suoi diritti.
E’
stata mandata via dall'ospedale psichiatrico di Montperrin il 26 aprile 2010,
senza un soldo, senza supporto sociale e senza controllo medico per diversi
mesi. E’ quasi morta di fame in un paese dove esiste l’abbondanza, mentre
l'ospedale e gli altri servizi facevano prelievi direttamente dal suo magro
assegno (AAH). Grazie alla mia vigilanza e al mio sostegno materiale e morale è
stata sottratta a una catastrofe, ma non per molto.
Nathalie ha subito un internamento
psichiatrico dal 19 ottobre 2010 al 19 gennaio 2011, a seguito di un ordine
prefettizio. A Nathalie è stato fatto
un trattamento sanitario obbligatorio, sotto il controllo della stessa
psichiatra del CMP (Centro medico-psicologico). Nessuno l’ha ascoltata nel
rispetto della sua dignità e dei suoi diritti, ma hanno fatto veloci sedute minacciando
il ricovero all’ospedale psichiatrico, e la prescrizione di “farmaci” dagli
effetti devastanti e letali: Valium, Imovane, Lepticur, Sulfarlem, Clopixol,
ecc. Trascorreva tre quarti della giornata a letto immobilizzata, incapace di
alzarsi o di fare pochi passi. I trattamenti prescritti durante l’RVD che
duravano solo pochi minuti, non sono stati modificati. Dico alcuni minuti, perché l’ho accompagnata più volte al vecchio
centro (CMP). Valium, Imovane, iniezione di Coplixol, Lepticur, Sulfarlem, ecc.
Né
le infermiere né lo psichiatra l’hanno mai visitata a casa sua. Tutti gli appuntamenti per i colloqui erano di mattina alle 09:00
presso il Centro. All’inizio della giornata Nathalie non manifestava nessun
disturbo e nessuna inquietudine. E’ mattiniera. Il suo andamento complessivo è
normale. A partire da mezzogiorno, gli effetti devastanti dei trattamenti
imposti cominciavano a diventare visibili. Hanno causato un rallentamento delle
sue percezioni e reazioni. Strascicava la
lingua, lo sguardo diventava fisso, si confondeva e si perdeva nello spazio e
nel tempo, lasciava la bocca – sempre secca - aperta, con la lingua che
scendeva, aveva difficoltà di deglutizione, movimenti percettibili delle
spalle, la testa abbassata sul tavolo. Quando è sul divano c’è un rallentamento
delle funzioni fisiologiche, una perdita di sensibilità e di percezione.
Camminava e parlava senza coordinamento, cadeva, sentiva difficoltà cinetiche
per fare la pipì che a volte faceva nel suo letto, non per sconsideratezza, ma
per la sua incapacità di muoversi. Non riusciva a sentire le gambe. Quando si
sforzava di lasciare il letto, cadeva a terra senza riuscire a rialzarsi.
Rimaneva distesa con la lingua fuori. Quando faceva il bagno, che le piaceva
fare tutti i giorni a casa sua, amava stare in contatto con l'acqua fresca, ma
è capitato che rimanesse addormentata per molto tempo. Lei non ha mai preso più
medicine di quelle che le hanno prescritto.
L'intervento dei servizi prefettizi in
collaborazione con il personale psichiatrico, il 19 ottobre 2010, tra le 20 e
mezzanotte, hanno lasciato tracce profonde nella sua vita. Terrorizzata e messa in uno stato psicologico
degradato in modo irreversibile, anche se i servizi erano ben consapevoli della
sua fragilità, espropriata per mezzo del loro potere inumano, spinta dai loro
meccanismi distruttivi all’irreparabile e impensabile, solo per soddisfare una
petizione di un gruppo di vicini di casa violenti, animati dall’assenza dello
spirito comunitario. Quando erano fuori dell’edificio dove abitava, per paura
non riusciva a uscire. L’accompagnavo tutti i giorni; quando vedeva una
macchina della polizia o della gendarmeria, andava in panico perché aveva
interiorizzato l’agghiacciante arresto da parte della prefettura. Le peggiori
dittature non sarebbero state in grado di fare tutto ciò. Eppure questa
decisione mortifera è stata presa dalla Prefettura di Bouches-du-Rhône, alta rappresentanza
dello stato di “diritto”. La Francia.
Gli
elementi di conoscenza sugli effetti devastanti dei trattamenti che prendeva, sono
stati annotati e messi a manoscritto per un lungo periodo di tempo, soprattutto
a partire da giugno 2011 fino a quando ha cessato di vivere, il 31 gennaio
2014. Sarebbe stato più significativo se la vittima fosse qui a testimoniare. Ho
assunto il rischio di mettere on-line questi pochi elementi, con una metodologia
cruda per non tradire il suo vissuto infernale, e ho deciso di prenderne le
parti.
Queste pratiche “medico-psichiatriche”
abusive, aggravate dal fatto di averle sottratto suo figlio, per il suo
internamento illegittimo e per averle tolto i suoi assegni attraverso il
servizio per la curatela [amministratori di sostegno], fino al soffocamento
fatale del 31 gennaio 2014. Tuttavia,
l’ultimo rapporto comunicato ai servizi concernente la gravità del suo stato di
salute, è stato fatto il 7 ottobre 2013. Un altro rapporto è stato comunicato
il 28 dicembre 2013 al Deputato responsabile della missione dell’informazione
parlamentare sul servizio psichiatrico in Francia, M. Denys Robilard. Purtroppo
non c’è stato alcun seguito.
Nathalie è una vittima del trattamento “medicamentoso degli psicofarmaci” abusivo, in
seguito a un ricovero illegittimo, aggravato da una messa sotto curatela
difettosa e predatrice.
Come ulteriore provocazione, gli attori
istituzionali della psichiatria organizzano, dal 14 al 27 marzo 2016, a Marsiglia,
Aix-en-Provence e Salon, quelle che chiamano “Settimane sulla salute mentale”. Sarebbe invece realistico chiamarle
“Settimane sulla istituzionalizzazione del maltrattamento psichiatrico
mortale”.
Collettivo Verità e la Giustizia
per Nathalie
Traduzione a cura di Erveda Sansi
Traduzione a cura di Erveda Sansi
M'hamed EL Yagoubi
compagnon de Nathalie
Fait à Marseille, le 13 mars 2016
Il testo originale i francese:
Campagne pour soutenir l’Abolition totale des soins et de l’hospitalisation sans consentement en application de la CDPH de l’ONU
Nathalie Dale. Née le 21 mai 1970 à Cagnes-sur-Mer. France.
Morte le 31 janvier 2014 à Aix-en-Provence. France.
Cause : Défaillance respiratoire au surcharge médicamenteux selon le certificat établi par le service de médecine légale le 03/02/2014.
1 - Détruite par un traitement psychiatrique non seulement inefficace mais dangereux et mortel dans son dosage à longue durée.
2- Traumatisée par l'enlèvement brutal de son enfant par le juge avec la complicité de la psychiatre de l'hôpital de Montperrin (Aix-en-Provence) et ses collaborateurs juste après l'accouchement le 30 mars 2010 à 10h00. Elle ne l’a jamais vu. Elle l’a reconnu dans sa déclaration administrative et lui a donné un nom.
3 - Dépossédée de ses allocations par les mandataires déléguées du « service juridique de la protection des majeurs».
4 - Hospitalisation sous contrainte à l’aide d’un arrêté préfectoral du 19 octobre 2010, non basé sur une enquête préalable mais sur une pétition d'une partie du voisinage aux comportements malveillants abusant de sa vulnérabilité. Elle aurait été sauvée si les services concernés avaient été animés d'un peu d'humanité et avaient pris en compte les nombreux rapports d'alerte que je leur avais adressés en tant qu’ex-mari et compagnon. Peut-être eux-mêmes sont-ils victimes d'un système incontrôlable et monstrueux. Un rapport écrit a été communiqué à la préfecture (Agence régionale de Santé) le 14 mars 2011 sur cet arrêté abusif violant totalement ses droits et sa dignité.
Le cas de Nathalie pointe les aspects les plus obscurs dans le non-respect des droits de l’homme et du patient en situation de handicap psychique : La maltraitance psychiatrique et l’abus tutélaire et curatelle.
Nathalie fut mise sous curatelle renforcée le 08 avril 2010 alors qu'elle était hospitalisée à l’hôpital de Montperrin. Elle n’avait pas été consultée pour avoir son avis. Un abus de sa faiblesse et les effets de sa grossesse ont été sans aucun doute une atteinte plausible à ses droits.
Elle fut éjectée de l'hôpital psychiatrique de Montperrin le 26 avril 2010 sans aucun centime, sans accompagnement social et sans suivi médical pendant de longs mois. Elle faillit mourir d'inanition dans un pays d’abondance, alors que l'hôpital et d'autres services prélevaient directement ses maigres allocations (AAH). Grâce à ma vigilance et mon soutien matériel et moral, elle a échappé à une catastrophe, mais pas pour longtemps.
Nathalie subit un internement psychiatrique du 19 octobre 2010 au 19 janvier 2011 suite à un arrêté préfectoral. Nathalie fut mise sous contrainte des « soins » obligatoires sous le contrôle de la même psychiatre au CMP (Centre médico-psychologique). Aucune écoute dans la dignité et le respect de ses droits mais des séances « expédiées » avec des menaces de retournement à l’hôpital psychiatrique et la prescription de « médicaments » aux effets dévastateurs et mortels : Lexomil, Imovane, Lepticur, Sulfarlem, Clopixol, etc. Elle passait les trois quarts de la journée dans son lit. Immobilisée, l'incapacité de se lever ou de faire quelques pas. Les traitements prescrits pendant les RDV qui ne duraient que quelques minutes n'ont pas été modifiés. Je dis quelques minutes parce que je l'ai accompagné plusieurs fois à ce centre (CMP) obsolète. Lexomil, Imovane, injection (coplixol), lepticur, sulfarlem, etc. Aucune visite chez elle ni par les infirmières ni par cette la psychiatre. Tous les RDV se faisaient le matin à 09h00 dans ce centre. Nathalie ne manifestait aucun trouble et aucune inquiétude au début de la journée. Elle est matinale. Son fonctionnement global est normal. A partir de midi, les effets dévastateurs des traitements imposés commençaient à être visibles. Ils provoquaient un ralentissement de ses perceptions et de ses réactions. Sa langue se diluait, ses yeux se fixaient en haut, confusion et perte dans l'espace et le temps, la bouche ouverte avec sa langue qui descendait, toujours sèche, difficulté d'avaler, des mouvements et des réflexes de ses deux épaules perceptibles, tête baissée sur la table quand elle est sur son canapé, un ralentissement du fonctionnement de son corps, perte de sensations et de perception . Quand elle marche et quand elle parle, aucune coordination, elle tombait, elle éprouvait des difficultés cinétiques pour aller aux toilettes faire pipi. Parfois, elle le faisait dans son lit non par imprudence mais par l'incapacité de se mouvoir. Elle ne sentait plus ses jambes. Quand elle faisait un effort pour quitter son lit, elle tombait par terre sans pouvoir avoir la capacité de se redresser. Elle restait allongée avec sa langue qui sortait. Quand elle prenait son bain, ce qu'elle aimait faire tous les jours chez elle, elle aimait rester au contact de l'eau fraîche, pas trop, elle restait longtemps endormie. Elle ne prenait pas son traitement au-delà de ce qui est prescrit.
L'intervention des services de la préfecture en collaboration du personnel de la psychiatrie le 19 octobre 2010 entre 20h et 00h ont laissé des traces profondes dans le reste de sa vie. Terrorisée et mise dans un état psychologique dégradé de façon irréversible, alors que ces services savaient très bien qu'elle était fragile, dépossédée par leur pouvoir inhumain, poussée par leurs mécanismes destructeurs à l'irréparable et à l'impensable juste pour satisfaire une pétition d'un groupe de voisins violents et animés par un esprit communautariste défaillant.Elle ne pouvait pas sortir, quand ils étaient devant l'immeuble où elle habitait par peur. Quand je l'accompagnais tous les jours, dès qu'elle voyait un véhicule des services de la police ou de la gendarmerie, elle paniquait parce qu'elle a intériorisé le contenu de cet arrêté préfectoral qui fait froid dans le dos. Les pires dictatures n'auraient pas pu le faire. Et pourtant, cette décision mortifère est prise par la préfecture des Bouches-du-Rhône, haute représentation de l' Etat de «droit». La France.
Ces éléments de connaissance sur les effets dévastateurs des traitements qu'elle prenaient ont été codifiés et mis en manuscrit pendant un longue période surtout depuis juin 2011 jusqu'à la fin de vie 31 janvier 2014. Il aurait été plus parlant si la victime était là pour témoigner. J'ai pris le risque de mettre en ligne ces quelques éléments dans une méthodologie crue pour ne pas trahir son vécu infernal que j'ai bien assumé son partage.
Ces pratiques « médico-psychiatriques », aggravées par l'enlèvement de son enfant et l'internement abusif et la privation de ses allocations par le service de curatelle ont été administrées jusqu'à l'étouffement fatal le 31 janvier 2014. Et pourtant, le dernier rapport communiqué aux services concernés sur la gravité de son état de santé et d’atteinte à ses droits a été fait le 07 octobre 2013. Un autre rapport a été communiqué le 28 décembre 2013 au Député chargé de la mission d'information parlementaire sur les dérives de la psychiatrie en France, M. Denys Robilard. Malheureusement, aucune suite.
Nathalie est victime des traitements « médicamenteux psychiatriques » abusifs suite à un internement illégitime et aggravé et une mise sous curatelle défectueuse et prédatrice.
Pour une provocation de plus, des acteurs institutionnels de la psychiatrie organisent à Marseille, Aix-en-Provence et Salon du 14 au 27 mars 2016, ce qu'ils appellent «Semaines sur la santé mentale». Il est plutôt réel de dire «Semaines sur l'institutionnalisation de la maltraitance psychiatrique mortifère».
Collectif Vérité et Justice pour Nathalie
M'hamed EL Yagoubi
compagnon de Nathalie
Fait à Marseille, le 13 mars 2016
Merci. Thak you. Grazie. Choukrane
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